Mezclar 22 APS nasce nel dicembre del 2017 all’interno del quartiere Garibaldi di Livorno come spazio di socialità, formazione e rilancio di buone pratiche ambientali, secondo un’idea di mutualismo dal basso messa in atto un anno prima con il progetto “La Riusofficina”. Nel 2017 infatti un gruppo informale di artisti, progettisti e mediatori sociali ha gestito gratuitamente e animato per sei mesi un fondo commerciale rimasto fino ad allora sfitto per più di 10 anni in via della Pina d’Oro, cuore multietnico del centro livornese. Mezclar 22 APS nasce con lo scopo di proseguire e intensificare il lavoro sociale nel quartiere, grazie all’impegno volontario di professionalità che da alcuni anni conoscono il territorio e le marginalità che spesso genera. Come operatori e mediatori sociali di agenzie formative, centri di accoglienza per migranti e strutture di emergenza abitativa, nonché artisti ed attivisti sociali, ci poniamo in netto contrasto con le logiche escludenti e discriminatorie della destra politica, che da anni ripetono le loro inutili ricette sociali basate su decoro, degrado e sicurezza. Crediamo invece che l’unico modo per rigenerare gli spazi pubblici sia quello di continuare a favorire la nascita di progetti e attività che li possano far rivivere, nella costante ricerca di un dialogo con i residenti e i commercianti del quartiere, con i proprietari dei fondi da molti anni rimasti sfitti e la stessa amministrazione comunale, impegnata in questo momento nell’opera di rigenerazione urbana del quartiere Garibaldi. Non essendo però così convinti che Livorno abbia ancora in dotazione quegli anticorpi naturali che le impediscano di trasformarsi in futuro in un imbalsamato museo del folklore, auspichiamo da mesi, attraverso la presentazione avvenuta nel novembre del 2024 del nostro documento “CINQUE PUNTI PER UNA STRATEGIA INTEGRATA DI RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE DEL QUARTIERE GARIBALDI A LIVORNO” che venga adottato quello che potrebbe diventare un prototipo di rigenerazione urbana sostenibile, in grado di proiettare la città verso auspicabili scenari futuri, senza però perdere quello che la sua storia la obbliga a non dimenticare.